Letture: ... - Mostre a Venezia - VE
dove: | Palazzo Albrizzi-Capello Associazione Culturale Italo-Tedesca (ACIT), Cannaregio 4118 |
info periodo: | dal lunedì al venerdì |
data: | da venerdì 23 maggio 2025, alle 18:00 a venerdì 6 giugno 2025, alle 20:00 |
intrattenimenti: | |
info sul luogo: | L'evento si svolge al coperto |
Qui trovi maggiori informazioni su questo evento |
Organizzazione: | ITSLIQUID Group |
Referente: | Annachiara Recchia |
E-mail: | Contatta il referente |
Telefono: | 3342574297 |
ITSLIQUID Group, in collaborazione con ACIT Venezia – Associazione Culturale
Italo-Tedesca, è lieto di annunciare l’apertura di HYBRID IDENTITIES, il primo
appuntamento della BORDERS ART FAIR 2025, che si terrà a Venezia presso Palazzo
Albrizzi-Capello dal 23 maggio 2025. La mostra sarà visitabile fino al 6 giugno, in
concomitanza con la 19. Mostra Internazionale di Architettura – La Biennale di Venezia.
Il concept di HYBRID IDENTITIES esplora le complessità dell’identità umana e il modo in
cui le origini culturali ed etniche plasmano il nostro essere, dando vita a un insieme unico
di influenze che compongono la nostra identità. Nella vita quotidiana conviviamo con
molteplici identità e ruoli, guidati da fattori sociali, fisici e culturali diversi: creiamo e
adattiamo la nostra identità in base alle situazioni in cui ci troviamo, e questa evolve e
cambia man mano che interagiamo con le culture contemporanee e le città moderne.
Questi cambiamenti generano nuove possibilità, che a loro volta portano alla nascita di
identità nuove e uniche.
Artisti provenienti da tutto il mondo sono stati invitati a esprimere le proprie identità ibride
attraverso le loro opere, esplorando e indagando la complessità e celebrando la diversità
dell’esperienza umana e il suo contributo alla creazione di nuove narrazioni personali.
Tra questi, Anthony Emerton esplora l’astrazione attraverso un processo profondamente
intuitivo, frutto di decenni di sperimentazione artistica. Con una particolare attenzione alle
qualità espressive dell’acrilico, crea texture stratificate e forme audaci che evocano
profondità psicologica e risonanza emotiva, riflettendo influenze che vanno da Polke e
Basquiat al primo Pollock.
Anche Camelia Cristina Ilie-Codreanu fonde memoria, emozione e introspezione in
composizioni evocative. Ispirata da una vita sospesa tra il mondo strutturato della scienza
e quello più fluido dell’arte, crea dipinti che navigano tra i mondi interiori ed esteriori. Il suo
metodo si concentra sull’uso simbolico di elementi architettonici come finestre e porte, resi
con una sensibilità verso luce, ombra e texture, che diventano portali per la riflessione e la
fuga.
Palazzo Albrizzi-Capello rafforza il quadro concettuale di Hybrid Identities, offrendo uno
spazio in cui le esplorazioni contemporanee del sé dialogano con la ricca storia
dell’edificio. In questo scenario suggestivo, il lavoro di Jaz Wilson colma il divario tra
tradizione e innovazione. Formata presso l’Università del Michigan, fonde tecniche
analogiche e design digitale, creando composizioni dinamiche che riflettono la sua doppia
identità di artista e designer. Le sue opere si muovono tra struttura e spontaneità, offrendo
uno sguardo complesso sull’espressione moderna.
Un’interazione simile tra passato e futuro è centrale anche nella serie Baroque & Jet
Hieroglyphs di Imanuel Ellyien, dove l’eleganza dell’ornamento barocco incontra la logica
della simbologia aerospaziale. I suoi pattern intricati e ritmici – ispirati a diagrammi
meteorologici e codici dell’aviazione – creano un linguaggio visivo tanto criptico quanto
espressivo. La sua pratica incarna un dialogo tra creatività intuitiva e ordine scientifico,
specchio della dualità architettonica di Palazzo Albrizzi-Capello: un contenitore senza
tempo per identità in continua evoluzione.
Ling-Jung Chu è un’artista taiwanese la cui pratica multidisciplinare indaga la tensione tra
documentazione e illusione nella performance art. In Clearing the text, esplora i fragili
confini tra corpo, immagine e narrazione, utilizzando materiali come nastro adesivo,
specchi e timer per segnare il passare del tempo. Il suo lavoro disseziona l’atto
performativo attraverso primi piani e piani medi, rivelando trasformazioni fisiche ed
emotive come prova dell’erosione temporale, sfidando lo spettatore a interrogarsi su ciò
che è autentico e ciò che è costruito.
Attraverso un viaggio intimo di crollo emotivo e trasformazione, l’opera di Roxanne Franz
Roxanne si muove sul confine tra collasso interiore e chiarezza spirituale. I suoi dipinti
nascono da un processo profondamente emotivo e intuitivo: dove le parole non arrivano,
parlano il colore e la forma. Formata come scrittrice e terapeuta, la sua pratica riflette una
ricerca vissuta sull’identità, la guarigione e l’equilibrio tra abbandono e autodifesa. Ogni
opera apre uno spazio di percezione pura, invitando il pubblico a riconnettersi con la
propria verità interiore.
La scultura rappresenta un potente mezzo per esprimere la complessità delle identità
ibride. La sua fisicità consente agli artisti di esplorare la tensione tra permanenza e
trasformazione, rendendo visibili le stratificazioni di storia personale, memoria e patrimonio
culturale.
In Les bourreliers, Marie Puybaraud utilizza la ceramica per riflettere sulla resilienza
umana, l’identità e la forza collettiva. Le sue figure guerriere, ciascuna segnata da colori e
texture unici applicati all’argilla grezza, incarnano virtù come coraggio, tolleranza e umiltà.
L’interazione tra individualità e unità esprime una narrazione spirituale ed emotiva
condivisa, invitando all’empatia e all’introspezione.
Allo stesso modo, Patrick Bermingham con XXI Century Woman propone una figura in
bronzo che ridefinisce forza e femminilità. Composta da molteplici facce e bilanciata tra
nudità e abbigliamento, la scultura cattura vulnerabilità ed empowerment in egual misura.
Bermingham sfida le rappresentazioni convenzionali della donna, presentando una figura
fiera ed eretta, che occupa lo spazio con grazia e determinazione: un’icona senza tempo
della femminilità contemporanea.